Ancora una volta, sta arrivando il Natale. Ancora una volta, immancabilmente mi tornano in mente tanti ricordi legati a questo periodo, ma di quarant'anni fa... A quest'ora, stavo seduto a fianco dell'albero di Natale, con in mano i cataloghi di Big Jim della Mattel, o quelli della GIG, alle prese con tanti desideri e tanti sogni di avventure con i giocattoli in commercio in quegli anni. Questi cataloghi si trovavano all'interno delle confezioni di giocattoli, o spesso allegati a periodici per bambini, come il mitico e intramontabile Topolino, che SICURAMENTE ognuno di voi ha sfogliato quand'era piccolo. Non ci voleva molto perchè le immagini che mi si presentavano davanti sfogliando le pagine di quei cataloghi accendessero la mia fantasia, facendomi immaginare ore di gioco e divertimento con giocattoli che ancora non avevo tra le mani... Tra l'altro, spesso e volentieri le foto non si limitavano a mostrare l'articolo in vendita, ma rappresentavano vere e proprie situazioni in cui i personaggi si trovavano. E così, si vedevano Big Jim e i suoi amici in campeggio con la loro roulotte, mentre pescavano e cucinavano usando la cucina da campo, oppure coinvolti in un caso di spionaggio con la base mobile o ancora in una missione di salvataggio con l'elicottero... Si vedevano i Playmobil impegnati in una missione spaziale, o lavori in corso lungo la strada, o a tenere su una fattoria... Si vedevano i Micronauti affrontare epiche battaglie spaziali... Insomma... tutto era costruito per far venire l'acquolina in bocca a noi piccoli di allora... E' passato tanto tempo da quegli anni, ma la magia del Natale non ha mai smesso di esercitare su di me la stessa attrattiva che aveva tanti e tanti anni fa...
Tanti auguri a tutti coloro che hanno mantenuto in vita il bambino dentro di loro... e che continueranno a farlo per sempre...
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Nei primi anni 80 fiorirono quelle che per un breve periodo furono luoghi di ritrovo per molti giovani: le sale giochi. Dopo il successo di un videogioco da bar che tutti, ma proprio tutti, conosciamo con il nome di Pacman, a qualcuno venne l'idea di radunare in un solo locale i vari videogames che in quel periodo stavano iniziando a imperversare. Come spesso accade in questi casi, quella che venne considerata una buona idea, fu copiata da molti piccoli imprenditori, che videro la possibilità di guadagni facili, senza sforzarsi troppo. Spesso le sale giochi non erano ben viste dai nostri genitori. Non si sa perchè, ma venivano percepite come luoghi in cui si radunavano dei cattivi ragazzi. In realtà, per quel poco che io stesso le ho frequentate, di cattivi ragazzi se ne vedevano ben pochi... forse qualcuno che fumava di nascosto dalla sua famiglia, ma nulla più. L'altro motivo per cui non erano ben viste dagli adulti, e forse questa poteva essere una ragione migliore, è che inducevano i ragazzi a sperperare quei pochi soldi che potevano girare nelle loro tasche... le famose paghette dei genitori. Tuttavia, le sale giochi furono un buon affare per chi le apriva solo per un breve periodo di tempo. Infatti, negli stessi anni cominciarono ad apparire sul mercato i primi home computer (Commodore 64, MSX, Atari e Spectrum, per citare i più diffusi) le cui capacità grafiche e sonore erano sufficienti a riprodurre abbastanza fedelmente i videogiochi da bar dell'epoca e con un investimento iniziale non troppo oneroso, anche perchè i prezzi calarono rapidamente con l'aumentare della diffusione, i piccoli home computer soppiantarono rapidamente le sale giochi, che comunque svuotavano le tasche dei ragazzi. I produttori di videogame da bar cercarono di correre ai ripari producendo giochi dalla grafica spettacolare che giravano su laser disc, ma pur essendo veri e propri cartoni animati, l'interattività con il giocatore era spesso limitata a dover scegliere una direzione in cui muoversi e nulla più... il risultato fu un fallimento clamoroso. Così, dopo pochi anni, così come erano apparse, le sale giochi iniziarono a sparire una dopo l'altra. Non male per i genitori che finanziavano i loro figli per farli giocare, ma la loro chiusura comunque fu anche la fine di luoghi di aggregazione in cui ci si ritrovava. Se dovessero chiedermi di citare tre film che abbiano lasciato un segno indelebile nel ventennio trattato in questo blog, sarei seriamente in imbarazzo. Già in qualche post precedente ho parlato di materiale cinematografico che si vedeva in quel periodo, ma seriamente non penso potrei dire che i films della coppia Hill/Spencer, di Banfi e di Tomas Milian possano aver lasciato qualcosa in tal senso. Se proprio dovessi essere in qualche modo costretto a dire tre titoli, direi senz'altro "I Goonies", "Ritorno al futuro" e "Ghostbusters". "I Goonies" era una sorta di favola moderna, raccontava di un gruppo di amici che vivevano in un quartiere denominato Goon Docks (da qui il nome Goonies), destinato ad essere raso al suolo da un paio di imprenditori senza scrupoli, che volevano farne un campo da golf. I ragazzi, in uno di quello che ritenevano essere uno dei loro ultimi incontri, poichè le loro famiglie avrebbero dovuto abbandonare il quartiere, finiscono in possesso di una mappa del tesoro di un pirata, chiamato Willy l'orbo. In un disperato tentativo di salvare il loro quartiere e restare insieme, decidono di provare a trovare quel tesoro, che potrebbe essere usato per pagare gli imprenditori. In questa ricerca finiranno per incrociare una banda di malviventi, e tra mille peripezie riusciranno a salvare il loro quartiere e a far finire la banda in carcere. In "Ritorno al futuro", un ragazzo dalla vita anonima, Marty Mcfly, finisce suo malgrado invischiato in un esperimento del suo migliore amico Doc, uno scienziato geniale, ma completamente svampito, che ha creato una macchina del tempo modificando una DeLorean. Finendo indietro nel tempo, fino al 1955, Marty rischia di veder svanire la propria esistenza nel futuro, poichè la sua futura madre si innamorerà di lui, piuttosto che di colui che sarebbe diventato suo padre. Marty si troverà così a cercare di far innamorare sua madre di suo padre, per poi tornare al suo presente. Il tutto, condito da mille equivoci e difficoltà... il film richiede di prestare un po' di attenzione per essere capito a fondo, a causa dei paradossi temporali in esso descritti. "Ghostbusters" ha bisogno di poche parole... lo cito per ultimo, ma per me è il migliore dei tre. Riesce in chiave comica a sdrammatizzare il concetto dei fantasmi, che per natura dovrebbero essere creature spaventose... Nel film spavento poco, ma risate a non finire. In pratica tre scienziati, Peter Venkman, Raymond "Ray" Stantz e Egon Spengler, amici, ma completamente diversi tra loro per carattere e approccio alla scienza, dopo essere stati sbattuti fuori dall'università in cui insegnavano per mancanza di risultati nelle loro ricerche, decidono di formare un team di acchiappafantasmi, riuscendo a inventare un sistema di contenimento per gli spiriti. Dopo le difficoltà iniziali, i tre diventano famosissimi, e iniziano a lavorare a ritmo serrato e a catturare uno spettro dopo l'altro, soltanto per scoprire che tali continue apparizioni erano premonitrici dell'arrivo di un terrificante dio sumero, Gozer, con il quale alla fine dovranno scontrarsi per salvare, addirittura, il mondo. Probabilmente, la serie di fantascienza meno attendibile dal punto di vista scientifico, seppur teorico, fu "Spazio: 1999". L'idea di partenza era audace. Un'esplosione avvenuta sul lato nascosto della Luna, dove erano stoccate delle scorie nucleari, lancia fuori orbita il nostro satellite, e con lui l'intera base Lunare Alpha, un'installazione scientifica permanente. L'intero equipaggio, capitanato dal comandante Koenig, si ritrova così a dover sopravvivere nel viaggio che la Luna fuori controllo effettuerà nel cosmo... Ciò che venne obbiettato alla credibilità degli avvenimenti è riassumibile innanzitutto nel fatto che un'eventuale esplosione sul lato nascosto della Luna non l'avrebbe proiettata nello spazio, ma dritta verso la Terra, ammesso che delle scorie possano esplodere, e soprattutto che siano in grado di generare un'onda d'urto tanto forte da spostare la Luna, piuttosto che ridurla in briciole! Inoltre, durante il viaggio, il personale della base lunare Alpha incontra diversi pianeti e esseri alieni... Peccato che anche viaggiando alla velocità della luce, una cosa del genere sarebbe impossibile per diversi anni... A parte tutto, la realizzazione delle ambientazioni e dei mezzi (le mitiche Aquile) era molto ben curata e decretò il successo di "Spazio: 1999"... almeno per la prima serie. Infatti, una drastica riduzione del budget, decretò il flop della seconda delle due serie del telefilm. Le ambientazioni furono ridotte e quelle che c'erano erano più scarne. Gli effetti erano meno curati e soprattutto sparirono misteriosamente alcuni dei personaggi chiave della prima serie, primo fra tutti l'ufficiale scientifico Victor Bergman, sostituito poi dall'aliena mutaforma Maya. Addirittura la sigla fu riciclata, essendo già apparsa in due film di Bud Spencer, "Pari e Dispari" e "Lo Chiamavano Bulldozer"... Come già detto, "Spazio: 1999" andò in onda in due serie, entrambe di 24 episodi. La prima, girata dal 1975 al 1976, andò in onda in Italia nel '76 e la seconda, girata dal 1976 al 1977 andò in onda nel 1980. Quello di cui diremo adesso, invece, è una delle serie di fantascienza più longeve di sempre, che continua ancora oggi dal 1966 quando fu lanciata: parliamo del grandioso "Star Trek". Ovviamente, vista la natura nostalgica di questo blog, parleremo soltanto dell'immensa serie Classica, quella del capitano Kirk, dell'algido Signor Spock e del dottor McCoy, e dei loro viaggi. La storia segue le avventure dell'equipaggio dell'astronave Enterprise NCC-1701 di Classe Constitution, impegnata nel viaggio esplorativo di cinque anni alla ricerca di nuova forme di vita. Immancabilmente, la sigla iniziava con la seguente frase: "Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di strani nuovi mondi alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima." A differenza di "Spazio: 1999", Star Trek era basata su teorie scientifiche reali, quali la velocità di curvatura, che dovrebbe permettere di piegare il tempo e lo spazio per viaggiare a velocità diverse volte superiori a quella della luce, o il teletrasporto, per gli spostamenti da nave a pianeta senza mezzi di locomozione... Inoltre, pur essendo concepita per divertire, "Star Trek" affrontava temi difficili per l'epoca, (e a dire il vero non facili neppure oggi...) quali ad esempio l'integrazione razziale. Infatti, l'equipaggio era composto da un giapponese (Sulu, il pilota) , una donna di origine africana (Uhura, addetta alle comunicazioni), diversi americani, uno scozzese (Scott, l'ingegnere), un alieno (Spock, ufficiale scientifico) e un russo (Chekov, il navigatore), che lavoravano in simbiosi superando le loro differenze culturali. Qualcosa che noi non sappiamo fare nemmeno oggi... E' forse un'altra dimostrazione che all'epoca anche il puro intrattenimento aveva uno scopo educativo. In "Star Trek", apparirono un numero incredibile di specie aliene, ostili e non, con un corpo fisico o immateriali e semidivine, artificiali o organiche... impossibile ricordarle tutte, ma alcune di loro, partorite dalla fervida mente del creatore della serie Gene Roddenberry e dagli autori, furono: andoriani, vulcaniani, klingon, romulani, l'entità cristallina, il compagno, il gorn, medusani, metron, l'ameba, androidi, la creatura di M-113, la horta, scalosiani, talosiani, triboli... e parliamo soltanto di ALCUNI alieni apparsi nella serie classica.
La serie originale venne trasmessa per la prima volta nel 1966 e quindi sarebbe un intruso nel periodo ricordato in questo blog, ma in Italia arrivò nei primi anni 70 grazie alle antenne della televisione della Svizzera italiana, tuttavia la diffusione di massa avvenne nel 1980 attraverso le TV locali. Negli anni 70, e anche da qualche anno prima, la fantascienza andava molto di moda. Gli autori delle serie televisive dell'epoca dovevano mettere in campo una bella dose di fantasia, per non parlare dell'aspetto tecnico legato alla realizzazione degli effetti speciali, quando non c'era una tecnologia molto avanzata ad aiutarli... Personalmente, quando ero un bimbetto, seguivo molto "Le fantastiche avventure dell'astronave Orion", che nel contesto di questo blog potrebbe sembrare un intruso visto che la serie è del 1966... tuttavia, in Italia la si vide la prima volta nel 1972, quando la TV svizzera in lingua italiana trasmise per intero la serie di 7 episodi. All'epoca, infatti, spesso le TV non erano strettamente territoriali ed era facile che si vedessero tra un paese e l'altro. Anche la RAI trasmise la serie, nel 1974, ma soltanto 4 delle 7 puntate e non a partire dalla prima.... risultato: una bella confusione per chi vide la serie, visto che non si capiva l'origine di tutto. Tuttavia, ebbe un buon successo. La trama era abbastanza scontata, se vista con i canoni di oggi. Il classico conflitto con una specie aliena, nell'anno 3000. La Terra aveva a disposizione degli incrociatori da combattimento, tra i quali il più veloce di tutti era, appunto, l'Orion 8. Mi rimarrà per sempre impressa nella memoria la scena dell'uscita dell'astronave (simile a un disco volante) dalla acque del mare. Degni di nota gli interni del ponte di comando... allora non ci feci caso, perchè ero davvero piccolo.... Adesso mi sarei di certo accorto che erano fatti con ferri da stiro, bicchieri di plastica e... rubinetti posizionati ad arte. La serie venne interrotta dopo soli 7 episodi, non per il mancato successo, ma perchè aveva, per l'epoca, esorbitanti costi di produzione. Ambientata in tempi più "vicini" a noi, era la serie "UFO". Anche qui, alieni non troppo amichevoli provenienti da un non meglio precisato pianeta morente, effettuano incursioni sulla terra a scopo di conquista e colonizzazione. Le loro astronavi, dell'aspetto di trottole rotanti (sembravano penosamente animate con un filo di nylon attaccato in cima...che ridere) potevano viaggiare in pochi secondi per distanze enormi, ma non potevano resistere per più di 48 ore nell'atmosfera terrestre. La linea di difesa terrestre, capitanata dal comandante Ed Straker, era composta da un'organizzazione segreta denominata SHADO (Supreme Headquarters Alien Defence Organisation, Comando supremo dell'organizzazione di difesa contro gli extraterrestri) che aveva una base celata sulla Terra e una sulla Luna, dove risiedevano i mezzi di difesa più avanzati. Tra il personale presente sulla base lunare, c'era tale Tenente Gay Ellis... sembrava più aliena lei, degli extraterrestri veri e propri... come la chiamereste una con i capelli viola? La serie, composta da 26 episodi, arrivò in Italia nel 1971 e anticipò di molto alcune tecnologie con cui oggi abbiamo continuamente a che fare. Infatti, in UFO apparirono: - Telefoni per auto - Cercapersone - Telefoni cordless - Aria condizionata per auto - Porte ad ali di gabbiano - Uso dei computer nella ricerca scientifica e nelle applicazioni mediche e militari - Identificazione vocale - Mezzo spaziale lanciato da un aereo - Satelliti-spia. |
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Se in autostrada notate un cane abbandonato, non dovete fare altro che inviare un sms specificando località, ora di avvistamento, razza (se possibile) e direzione di marcia, al 3341051030 Mille volontari sono pronti ad intervenire in tutta Italia fino al 4 settembre. Esiste anche un altro numero attivo 24 ore su 24, dal giorno 1 luglio al 31 agosto: ed è il n° verde 800137079 Per favore rendiamoci utili, grazie. VisitatoriAutoreIo sono Mr. Mephisto, un adulto soltanto dal punto di vista anagrafico. Per il resto, la mia mente fluttua persa nei ricordi di tanti e tanti anni fa... AvvisoLe immagini che appaiono su queste pagine sono in parte di mia proprietà, in parte provengono da Internet. Non si intende in nessun modo violare alcun diritto d'autore pubblicandole su questo sito. Se qualcuno rileva una violazione di copyright, basterà contattarmi usando l'apposito modulo e l'immagine incriminata verrà subito rimossa.
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