![]() Quanti ricordi! Chi l'avrebbe mai detto che qualche pezzetto di plastica incastrabile sarabbe rimasto in maniera indelebile presente nella mia mente? Parlo ovviamente dei mattoncini della Lego, che all'epoca in cui ci giocavo io non erano arrivati ai modelli sofisticati che si trovano oggi... C'erano invece mattoncini multicolori di tutte le forme, rettangolari, quadrati, lunghi, corti... C'erano rotelle e snodi, porte, finestre.... Non per vantarmi, ma credo di aver anticipato con i pochi mezzi che la Lego metteva in commercio, quelli che nel tempo sarebbero diventati i Lego Technics... Infatti, mi piaceva molto costruirci dei robot, ma essendo pensati più che altro per mettere insieme case e automobili, non c'era "nativamente" un efficiente sistema di snodi da poter usare per gambe e braccia... Così, studiai un sistema di montaggio che mi permise di fabbricare con i Lego i robottoni giapponesi che si vedevano in TV, nonchè vari mezzi spaziali che mi piacevano e che non osavo chiedere ai miei genitori di comprare... Sfido i bambini di oggi a riuscirci, non perchè siano meno intelligenti, ma perchè sono troppo imbambolati dalla tecnologia che ha tarpato le ali della loro fantasia...
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![]() Qualche tempo fa, mi è tornato tra le mani un vecchio catalogo dei trenini giocattolo Lima. Risaliva al 1974. Immediatamente, mi sono ricordato di due cose: della mia ferrovia circolare Lima, con la locomotiva delle ferrovie francesi, e i due vagoni, uno passeggeri e l'altro carro postale. L'altra cosa di cui mi sono ricordato, è il bel plastico che mio zio aveva messo su, con la ferrovia un po' più sofisticata di quella che avevo io, e con un bel paesaggio ben riprodotto. La sua ferrovia consisteva di un ovale che a un certo punto diventava doppio, perché aveva uno scambio di tipo manuale, e formava un semicerchio più esterno... All'epoca, i nostri genitori erano abbastanza giovani perché fossero loro i primi a divertirsi con i trenini, noi bambini stavamo di più a guardare i modellini correre su e giù, senza metterci direttamente le mani... Effettivamente, la ferrovia "da combattimento" era la mia, perché veniva montata e smontata tutte le volte che volevamo giocarci. A lungo andare, il divertimento non era tanto giocarci, ma cercare di tenere insieme i vari pezzi delle rotaie, i cui contatti si erano allentati a forza di agganciarli e sganciarli. È strano come allora, i nostri giocattoli preferiti fossero quelli più scassati... A cavallo tra gli anni 70 e 80, l'azienda americana MEGO produsse una serie di giocattoli denominati Micronauti. In Italia, la licenza per la produzione e distribuzione venne acquistata dalla GIG. I Micronauti erano dei robot magnetici, non a caso avevano il corpo identico a Jeeg Robot, da cui differivano solo per colorazione e forma della testa. Ispirati a Jeeg anche molti degli accessori a corredo dei robot, come ad esempio i missili perforanti. Nel mondo dei Micronauti, tra i più famosi, qui riportati senza distinguere le varie serie che negli anni si sono succedute in produzione, ricordo in particolare: Force Commander, di colore bianco, io ce l'avevo! In pieno periodo di robottoni televisivi, venni attirato proprio dalla somiglianza fisica con Jeeg Robot... e adesso che sono un POCHINO più grande di allora, mi viene in mente che il look simil-Jeeg venne adottato dalla Mego proprio per spingere la vendita del giocattolo. Direi che all'epoca certi ragionamenti nemmeno mi sfioravano il cervello. Mi piaceva e basta. Baron Karza, nero e con la testa vagamente simile a Mazinga, per il resto identico a Force Commander, di cui era la nemesi. Infatti, il robot bianco rappresentava le forze del bene e il nero le forze del male. Un argomento questo che porta avanti il mondo, e che all'epoca molto spesso si ritrovava nell'universo dei giocattoli... Green Baron, di colore verde e King Atlas, di colore rosso. Questi due personaggi, anch'essi assolutamente identici a parte il colore, li avevano i miei cugini... non avete idea di quante avventure inventavamo giocandoci.... Ognuno di questi robot, aveva un destriero meccanico (anche qui, l'ispirazione è senza dubbio il cavallo Antares che si vede nei cartoni di Jeeg robot), con il quale poteva unirsi a formare un centauro. Force Commander aveva Oberon, Baron Karza Andromeda, Green Baron Pegasus e King Atlas Lantaurion. Mentre Andromeda e Oberon avevano l'aspetto di veri e propri cavalli, Lantaurion e Pegasus avevano una testa insettoide, che li rendeva piuttosto inquietanti... Ricordo inoltre Emperor (anche questo ce l'avevo), il capo supremo di tutti i Micronauti e il suo cavallo Megas. Poi Red Falcon, il principe dei Micronauti. Quest'ultimo, differisce da quelli visti finora, perchè non ricalca il corpo di Jeeg. Si potrebbe andare avanti ancora per molto, visto che il mondo dei Micronauti era piuttosto esteso, ma mi fermo qui, sperando di aver riportato alla memoria di tanti bambini di allora qualche lieto ricordo legato a questi bei giocattoli...
Magari è soltanto una mia impressione... ma guardate l'immagine sotto, presa da una scatola di Playmobil... guardatela bene e poi fatevi questa domanda.
Possibile che un giocattolo possa aver influenzato qualcuno nella vita reale? Perché non so a voi... ma a me quella macchinina sembra proprio una Smart.... ![]() Quello che vedete nell'immagine è un proiettore giocattolo di diapositive, denominato Festacolor. Non era nulla di più di un contenitore tubolare in plastica con una lampadina all'interno e una lente regolabile per la messa a fuoco. Per questo proiettore venivano prodotte delle diapositive non singole, ma in strisce da 7, in modo da produrre un mini-cartoon. Come avrete capito anche da altri post di questo blog, a me e mio cugino non bastava mai affidarsi a quanto esisteva sul mercato... e così ci venne in mente di provare a costruire delle strisce per conto nostro. Dovevamo scontrarci con il problema di che materiale usare. All'epoca, non avevamo idea che esistessero i cosiddetti fogli da lucido, completamente trasparenti e che avrebbero risolto i nostri dilemmi. Così, provammo con quanto di più sottile avevamo a disposizione in casa: la carta velina. Quello bravo in disegno ero io, e così provai a raffigurare qualche personaggio televisivo del momento. Ovviamente, i risultati furono abbastanza disastrosi (ma quanto ci divertivamo!) perché la carta velina tendeva ad assorbire il colore dei pennarelli espandendolo e poi c'era il fatto di dover disegnare estremamente in piccolo, viste le dimensioni ridotte delle diapositive che potevano passare nel Festacolor. Diventammo matti per la messa a fuoco, non ci rendevamo conto che con quella carta traslucida non si poteva proprio fare di meglio. Eppure, ci bastò veder comparire sul muro quelle immagini ingrandite, sapendo di averle fatte con le nostre mani, per essere contenti. Da qualche parte, nelle nostre menti, avevamo il concetto che accontentarsi a volte fa bene... |
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