![]() Anche se non ricordo esattamente che anno fosse, mi ricordo invece perfettamente che in una gita fuori porta i miei cugini si portarono dietro una coppia di Walkie Talkie di Batman e Robin che mio zio aveva acquistato per loro... Mio padre volle comprarne due anche a me, per non farmi sentire da meno e per non essere escluso da eventuali giochi da fare con i walkie talkie... Tuttavia, ciò che comprò, lo fece forse più per se stesso che per me. Infatti comprò due ricetrasmittenti vere e proprie, non una versione giocattolo. Erano i primi modelli, e avevano la particolarità di essere grandi, in metallo e decisamente pesanti, con un'antenna telescopica che alla sua massima estensione era lunga oltre un metro e consumavano nel giro di poco tempo ben otto batterie a testa. In breve, erano assolutamente inadatti a un bambino dell'età che avevo allora. A me non interessava che parlassero a km di distanza o che avessero più canali. Ero piccolo, e avrei voluto qualcosa di più leggero, colorato e magari attinente a qualche supereroe... Devo essere sincero, non mi piacquero molto, ma come dicevo, probabilmente mio padre li comprò perchè era lui a volerne un paio di veri per poterli usare (e in effetti per un periodo fu così...) Uno di quei casi in cui avrebbe potuto spendere meno, ma non lo fece!
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Il titolo di questo post potrebbe sembrare più malinconico di quanto in realtà io voglia raccontare qui. Non si parla di desideri esistenziali, per il fallimento dei quali si può star male una vita intera. D'altronde, quando si è bambini, molto spesso ciò che si desidera non è altro che un bel gioco nuovo... E proprio su questo verte l'argomento di questo post. ![]() Nonostante da bambino avessi un buon numero di giochi, non sempre ho avuto tutti quelli che avrei voluto. In questo post, mostrerò quelli che nell'arco degli anni, sono rimasti soltanto desideri chiusi in un cassetto. Primo fra tutti, il "Rescue Rig", un mezzo di soccorso dell'universo Big Jim che, se lo guardate bene, altro non era che la roulotte con un "vestito" diverso. ![]() Sempre nel mondo Big Jim, avrei voluto il mitico elicottero, che è stato prodotto inizialmente con livrea gialla (ed è quello di cui mi innamorai) e successivamente nero, seguendo il look dei mezzi più recenti di Big Jim. In giro su Internet ho visto una versione bianca, di cui però non ho personalmente memoria. Nessun motore faceva girare le pale... Infilando una mano nel retro dell'elicottero, c'era una maniglia che trasmetteva il movimento al rotore. Come dire... dopo 5 minuti il crampo era assicurato! ![]() C'era poi la tenda da campeggio, della quale i nostri genitori evitarono abilmente l'acquisto facendone una in casa con struttura in fil di ferro e stoffa. Mio zio la costruì anche più grande di quella originale! ...e devo dire anche più bella. Anche mio padre provò a farne una... ma invece di darle una forma adeguata a quella di una tenda da campeggio, fece una struttura alta e stretta, in grado di contenere un solo Big Jim in piedi... sembrava più una cabina doccia! :-) Questa è una parte di quei giocattoli che avrei voluto, e che non sono mai riuscito a convincere i miei a comperare... ma c'è dell'altro! Non mancate!
Premesso che per quanto mi riguarda, quando ero piccolo "Natale" per me era un concetto molto esteso, che partiva dall'8 dicembre e finiva il 6 gennaio, il mio stato d'animo all'avvicinarsi della "Befana" (perchè Epifania sa un po' troppo di formalità...) era un misto di felice attesa e curiosità per il dono che la vecchina sulla scopa avrebbe portato e di un pizzico di malinconia, poichè in cambio avrebbe chiuso il periodo di festività più bello dell'anno. I miei genitori recitavano sempre l'adagio popolare: "Epifania, che tutte le feste si porta via..." quasi a prepararmi in qualche modo a dover smontare albero e presepe, e a rimettere in scatola statuine, decorazioni e lucine in attesa dell'anno successivo... Per chi si sentiva "dentro" il Natale come me, non era affatto facile dover togliere tutto... ai nostri tempi ci sentivamo davvero più buoni, e non soltanto perchè così vuole il detto... è che la tradizione per noi era importante, così come era importante andare a visitare i presepi del circondario, per rimanere stupiti ogni volta di quanto fossero belli alcuni di loro... Ma la Befana sarebbe stata inflessibile, e si sarebbe portato via le feste nonostante le "proteste" dei bambini che eravamo allora... Nel tempo, non ho sempre ricevuto in dono i giocattoli che desideravo... anche a quei tempi poteva capitare un periodo di ristrettezza economica, ma comunque i miei genitori non mancavano mai di farmi trovare un dolcetto "extra" nella calza, come il famoso carbone dolce... sempre ben gradito. Tuttavia, non dimenticherò mai il giorno della Befana più bello della mia infanzia. Ricordo come se fosse ora che mi svegliai eccitatissimo a un'ora assurda.... tipo le 7 del mattino se non prima, e credetemi, per un dormiglione patentato com'ero io era un record. Non avevo una mia cameretta e dormivo in un lettino a fianco dei miei genitori. Saltai giù, scavalcai il loro lettone e corsi in cucina.... ![]() Sul tavolo in metallo e formica rosa (anni 70!!!) vidi come in un sogno la roulotte di Big Jim, montata da cima a fondo con tutti gli accessori in bella vista e con i miei Big Jim sistemati all'interno, che sembravano guardarmi. La luce del mattino che proveniva dalla finestra dava a tutto un'aria quasi irreale. Fu come trovarmi in uno stato di grazia, non pienamente convinto di essere sveglio... Passate o no le feste, quel grosso giocattolo avrebbe significato altre ore di gioco spensierato con i miei cugini, e tanto mi bastava per non essere tanto triste della fine del Natale. ![]() Nei primi anni 80 fiorirono quelle che per un breve periodo furono luoghi di ritrovo per molti giovani: le sale giochi. Dopo il successo di un videogioco da bar che tutti, ma proprio tutti, conosciamo con il nome di Pacman, a qualcuno venne l'idea di radunare in un solo locale i vari videogames che in quel periodo stavano iniziando a imperversare. Come spesso accade in questi casi, quella che venne considerata una buona idea, fu copiata da molti piccoli imprenditori, che videro la possibilità di guadagni facili, senza sforzarsi troppo. Spesso le sale giochi non erano ben viste dai nostri genitori. Non si sa perchè, ma venivano percepite come luoghi in cui si radunavano dei cattivi ragazzi. In realtà, per quel poco che io stesso le ho frequentate, di cattivi ragazzi se ne vedevano ben pochi... forse qualcuno che fumava di nascosto dalla sua famiglia, ma nulla più. ![]() L'altro motivo per cui non erano ben viste dagli adulti, e forse questa poteva essere una ragione migliore, è che inducevano i ragazzi a sperperare quei pochi soldi che potevano girare nelle loro tasche... le famose paghette dei genitori. Tuttavia, le sale giochi furono un buon affare per chi le apriva solo per un breve periodo di tempo. Infatti, negli stessi anni cominciarono ad apparire sul mercato i primi home computer (Commodore 64, MSX, Atari e Spectrum, per citare i più diffusi) le cui capacità grafiche e sonore erano sufficienti a riprodurre abbastanza fedelmente i videogiochi da bar dell'epoca e con un investimento iniziale non troppo oneroso, anche perchè i prezzi calarono rapidamente con l'aumentare della diffusione, i piccoli home computer soppiantarono rapidamente le sale giochi, che comunque svuotavano le tasche dei ragazzi. I produttori di videogame da bar cercarono di correre ai ripari producendo giochi dalla grafica spettacolare che giravano su laser disc, ma pur essendo veri e propri cartoni animati, l'interattività con il giocatore era spesso limitata a dover scegliere una direzione in cui muoversi e nulla più... il risultato fu un fallimento clamoroso. Così, dopo pochi anni, così come erano apparse, le sale giochi iniziarono a sparire una dopo l'altra. Non male per i genitori che finanziavano i loro figli per farli giocare, ma la loro chiusura comunque fu anche la fine di luoghi di aggregazione in cui ci si ritrovava. Per chi li conosce soltanto per via dei film di recente proiettati al cinema, sappia che gli autorobot Transformers, ovvero quelle macchine aliene capaci di trasformarsi in automobili, aerei o altro, hanno una storia ben precedente. Infatti, nel 1984, grazie alla Hasbro che fece un accordo con gli "inventori" della Takara (casa giapponese), venne alla luce una linea di giocattoli, appunto i Transformers, che poi a sua volta diede spunto per la creazione di una serie di cartoni animati, fumetti e i già citati film. Io e mio cugino ne avevamo uno a testa... Il mio modello era Skid, una Honda City-R mentre lui aveva Prowl, la macchina della polizia. I due autorobot in questione potete vederli nelle foto sotto, in versione automobile e robot. Entrambi, hanno un corrispondente nel cartone animato, ma con una differenza nella colorazione per quanto riguarda Skid, che è azzurro, rispetto al modello rosso che avevo io. Più fedele invece Prowl, perchè la colorazione della polizia è quella e basta! Li potete vedere sotto così come apparirono nella primissima serie di Transformers. Inutile che io vi dica che le avventure trasmesse in TV, noi le avevamo largamente anticipate con la nostra smisurata fantasia...
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