Magari quello che dirò in questo post potrà sembrare polemico, ma non importa. Si può essere d'accordo o meno con le opinioni degli altri, e questa è la mia: si parla tanto del fatto che le donne non sono alla pari degli uomini nella nostra società, che i loro stipendi a parità di posizione sono più bassi e che sono poche quelle ai vertici delle aziende....
Bene. Mentre continuiamo a sbattere la testa su questo argomento io vi dico che la donna, invece di aver guadagnato importanza nella società attuale, l'ha invece persa completamente. Le donne, quando ero un bambino, erano il centro del focolare domestico, rivestivano un'importanza primaria per l'educazione dei figli. Oggi, un po' per "emancipazione", un po' perchè con un solo stipendio non si tira più avanti e in una famiglia debbono lavorare in due per sbarcare il lunario (e lo chiamano benessere....) abbiamo come risultato figli (se se ne fanno...) che non hanno più il riferimento costante di almeno uno dei genitori, bisogna per forza affidarli ai nonni, se sono fortunati, altrimenti vanno a finire in mano a una baby sitter che non solo rappresenta un ulteriore costo per la famiglia, ma che per quanto brava possa essere non può sostituire i genitori nell'educare i figli. Risultato: chiedetevi come mai i bambini di oggi crescono male, diventano bulletti o comunque non vengono su rispettosi della cosiddetta civiltà. Si torna sempre a quanto, trito e ritrito, questo blog vuole dimostrare: negli anni 70 tutto era meglio di adesso. Vi dò almeno 10 motivi. 1) Bastava un solo stipendio per mandare avanti una famiglia. 2) Si facevano più figli perchè era possibile mantenerli 3) La scuola ti educava 4) Le donne, che siate d'accordo o no, avevano DAVVERO un posto speciale nella società. Già detto perchè... 5) C'era maggiore rispetto tra esseri umani 6) La tecnologia aiutava, non ti sostituiva e non ti rimbambiva 7) C'era il terrorismo anche allora, ma addirittura i cosiddetti "terroristi" avevano un ideale, per quanto avessero metodi sbagliati. Oggi i "terroristi" sono semplicemente parte di una strategia della paura ben architettata 8) Si era davvero più liberi. Oggi si rischia una denuncia per qualsiasi cosa, anche la più idiota 9) Si sorrideva di più... guardatevi attorno oggi. 10) Si prendeva tutto più alla leggera Se non vi basta questo, perdonatemi, ma non state bene col cervello... Questo blog in genere è più leggero, ma oggi mi girava così.
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Tante cose sono scomparse, da quegli anni che ricordo con tanta nostalgia. Una di queste, sono le canzoni per bambini, che all'epoca erano considerate tanto importanti da essere scritte anche da artisti di un certo calibro, alcuni di loro anche non proprio nati artisticamente come cantanti. ![]() Ricordo con piacere, ad esempio, "La tartaruga" di Bruno Lauzi, (era il 1975) della quale avevo il 45 giri, che io ascoltavo sulla fonovaligia di mio padre (per inciso, un piccolo tesoro che ho affidato alle cure di mio cugino Marco...), e che mio cugino ascoltava invece sul suo mangiadischi... Il lato B del 45 giri conteneva una canzone "Al pranzo di gala di Babbo Natale", non notissima come la prima, ma vi consiglio di andarvela a cercare su youtube... una sorta di favola in musica, davvero bella. Per giunta, venne composta con la collaborazione di Pippo Baudo e Pippo Caruso...non proprio due dilettanti!
Ero un bambino di quinta elementare, quando nel 1980 la RAI trasmise per la prima volta un telefilm di una serie di fantascienza nota come il Dr. Who. Da noi non arrivò mai completa, mentre invece nel suo paese d'origine, l'Inghilterra, non solo nacque tanti anni prima, nel 1963, ma prosegue tutt'ora, facendone la serie di fantascienza più longeva di sempre. Non dimenticherò mai la prima puntata del misterioso Dr. Who, che iniziava con la sua morte e conseguente rigenerazione in un altro corpo, perchè così vive la sua specie, i cosiddetti "Signori del tempo", una razza aliena che è in grado di dominare tempo e spazio, tanto che lo stesso Dr. Who, interpretato all'epoca da Tom Baker, viaggia in una nave denominata "Tardis" che all'esterno appare come una cabina telefonica, mentra all'interno è gigantesca, e che a volte sembra avere una coscienza propria. Mi lasciò impressionato il primo impatto con la sigla, piuttosto tenebrosa, in cui appariva la Tardis e il volto del Dr. Who, con un'espressione fredda che faceva rabbrividire...
Ricordo che forse, all'età che avevo, questo telefilm non era adattissimo a me. C'erano creature mostruose, biologiche e a volte meccaniche, sempre in guerra con il misterioso dottore, di cui per la cronaca, ancora nelle serie di oggi non si sa il vero nome che a quanto pare "non può essere pronunciato". Forse perchè ero ancora un bambino e vedevo le cosa in maniera diversa, o forse perchè quello fu il mio primo impatto con il dottore, confrontando le serie attuali del Dr. Who (che ancora seguo) con quelle dell'epoca, trovo che quelle di oggi abbiano una trama sin troppo complessa, anche se magari è giusto visto che il personaggio si muove in realtà diverse tra spazio e tempo e quindi possono verificarsi tanti paradossi temporali. Cosa potrebbero avere mai in comune Zorro, Sandokan e il Corsaro nero?
Forse, Sandokan e il Corsaro nero qualcosa si... visto che entrambi erano pirati, anche se in situazioni diverse... Tuttavia, nella storia della mia infanzia, erano tutti e tre molto vicini tra loro, visto che erano i costumi di carnevale che indossavamo io e i miei cugini. Il mio costume da Zorro era piuttosto "dandy"... Non il classico eroe mascherato completamente vestito di nero. Sembravo di più un ballerino di flamenco! Avevo infatti un gilet nero con sotto un camicia con le maniche bianche a sbuffo, e una fascia rossa in vita. Pantaloni a zampa d'elefante con una righina argentata a correre lungo i fianchi, l'immancabile mantello nero, la mascherina e il cappello con la Z. Un po' più vicini a quanto si vedeva in televisione i costumi dei miei cugini. Il corsaro nero era un classico. Completamente nero, con mantello e cappello con piuma. Il vestito da Sandokan era molto simile a quello apparso nella serie televisiva. Giallo a righe rosse, con pantaloni verdi e turbante. Non poteva poi mancare la scimitarra! Il trucco era completato da barba e basettoni fatti con un tappo di sughero bruciato. D'altronde, all'epoca erano quelli i nostri idoli... Era un carnevale comunque ben diverso da quello stentato di oggi... Quando eravamo piccoli, di coriandoli ce n'erano così tanti a terra che arrivavano alle caviglie. Spesso anche gli adulti si mascheravano nelle maniere più disparate e dissacranti. C'erano rumore, festa, e non esistevano quegli imbecilli che oggi vanno in giro con le bombolette di schiuma da barba a rovinare i vestiti della gente, convinti che sia uno "scherzo". C'erano invece gomme americane all'aglio, pacchetti di sigarette che nascondevano una molla che incastrava le dita di chi ne prendeva una, pistole ad acqua, i pulsantini nascosti che davano la scossa in caso di stretta di mano... insomma... scherzi leggeri, ma divertenti, da far ridere sia chi faceva lo scherzo che chi lo subiva. ![]() In questo blog ho sempre dichiarato, fino alla noia, che i bambini di oggi non hanno più la stessa fantasia che avevano quelli della mia generazione. C'è qualcuno, anni fa, che aveva già intuito che tecnologia e videogiochi prima o poi avrebbero portato a un tale risultato. Si tratta di Michael Ende, uno scrittore tedesco il cui nome forse dirà poco a molti di voi, ma sicuramente vi dirà tanto il libro da lui scritto, che è diventato un film e una nota canzone del 1984.... Parlo de "La storia infinita". Non ho letto il libro, ma ho visto il film ai suoi tempi e ieri, dopo trent'anni, ho voluto rivederlo. Inizia con un bambino, Bastian, che viene invitato dal padre a stare con "i piedi per terra", poichè evidentemente questo bambino è un sognatore che trova difficoltà a vivere nel suo mondo reale e si rifugia spesso nella sua fantasia. Ama leggere e le storie, mentre i suoi coetanei preferiscono i videogames. ![]() Fuggendo da un branco di bulletti, Bastian si infila in una libreria, dove uno strano signore gli permetterà di portarsi via un libro, per l'appunto "La storia infinita". Il libro si rivelerà magico, come una sorta di porta tra il nostro mondo e un regno chiamato "Fantàsia" (occhio all'accento) che una misteriosa entità definita genericamente "il nulla" sta facendo scomparire. Nel libro, un giovane guerriero, di nome Atreyu, verrà incaricato dall'imperatrice del regno di fermare "il nulla". ![]() Vengono quindi narrate le avventure che Atreyu dovrà affrontare per adempiere alla sua missione, seguito da Bastian che legge con trepidazione il libro fino a rendersi conto che proprio lui potrà salvare Fantàsia con i propri sogni. Forse può non sembrare, ma il momento più importante del film è il dialogo tra Atreyu e un malvagio essere di nome Gmork, che gli dice di aver lavorato per favorire l'avanzata del "nulla". Quando Atreyu gli chiede perchè l'abbia fatto, Gmork risponde che è più facile dominare chi non sogna e vive nella paura, piuttosto che chi intraprende la strada dei sogni. ![]() Il messaggio del film è chiarissimo. Portando avanti una società fatta di sola tecnologia, spesso inutile o usata male, e avendo rinunciato a sognare, è l'umanità che ha creato "il nulla" che non è per sè qualcosa che intende distruggere volontariamente la fantasia, ma è semplicemente il risultato di chi ha smesso di usare la sua fantasia e sognare. Il regno di Fantàsia è una trasposizione fisica della fantasia degli esseri umani, che sta lentamente morendo. Gmork, che decide di favorire il nulla, è invece il vero male. In pratica rappresenta coloro che, nel mondo reale, sfruttano lo stato d'animo privo di sogni degli esseri umani e la loro paura di vivere per poterli dominare, e sono quelli che favoriscono guerre e odio tra la gente. Bastian se ne renderà conto e deciderà di continuare a sognare, riportando agli antichi fasti il regno di Fantàsia e respingendo il nulla. Questo film, rappresenta oggi quello che cerco di dire da quando ho aperto questo blog. Se ci vogliamo autodistruggere, il primo passo è rinunciare ai sogni e alla fantasia.
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