E' piuttosto bizzarro il destino di chi, come me, rimpiange il periodo della sua vita di bambino...
Quando eravamo piccoli, giocavamo a fare gli adulti, e adesso che siamo adulti, vorremmo disperatamente tornare bambini. Passeggiando per la strada, ho visto un signore tirare fuori una sigaretta e accenderla. Niente di particolare, un gesto che tante persone fanno tutti i giorni. Eppure, quel semplice gesto ha aperto un cassetto della mia memoria, e mi ha fatto ricordare quando ero piccolo e mio papà fumava. Sui pacchetti di sigarette di allora non c'erano frasi minacciose come oggi, che mettono in guardia dai danni del fumo. All'epoca forse non si consideravano nemmeno tanto pericolose le sigarette, per quanto mio padre mi raccomandasse già da piccolo di non cominciare mai a fumare... Tuttavia, quando un pacchetto di sigarette finiva, spesso chiedevo a mio padre di poterci giocare. Le vere sigarette venivano rimpiazzate con pezzi di Lego stretti e lunghi e ci giocavo così... Ecco perchè dicevo che quando eravamo piccoli, si fingeva di essere adulti. Non vi dico poi quando, nella latteria che c'era sotto casa mia, apparvero in un espositore delle gomme americane a forma di sigaretta, avvolte una per una in una carta che riproduceva esteticamente vere sigarette e contenute in una confezione altrettanto simile! Vi dirò che prima di mangiare le gomme, fingevo di fumarle, e le mordevo pian piano per simulare la sigaretta che si accorcia... Oggi, per ragioni educative, credo che cose del genere non vengano prodotte più. Ecco come cercavo di giocare da adulto, quando ero bambino... Un po' più difficile ora fare il contrario... Per la cronaca: non ho mai fumato in vita mia.
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![]() Nei primi anni 80 fiorirono quelle che per un breve periodo furono luoghi di ritrovo per molti giovani: le sale giochi. Dopo il successo di un videogioco da bar che tutti, ma proprio tutti, conosciamo con il nome di Pacman, a qualcuno venne l'idea di radunare in un solo locale i vari videogames che in quel periodo stavano iniziando a imperversare. Come spesso accade in questi casi, quella che venne considerata una buona idea, fu copiata da molti piccoli imprenditori, che videro la possibilità di guadagni facili, senza sforzarsi troppo. Spesso le sale giochi non erano ben viste dai nostri genitori. Non si sa perchè, ma venivano percepite come luoghi in cui si radunavano dei cattivi ragazzi. In realtà, per quel poco che io stesso le ho frequentate, di cattivi ragazzi se ne vedevano ben pochi... forse qualcuno che fumava di nascosto dalla sua famiglia, ma nulla più. ![]() L'altro motivo per cui non erano ben viste dagli adulti, e forse questa poteva essere una ragione migliore, è che inducevano i ragazzi a sperperare quei pochi soldi che potevano girare nelle loro tasche... le famose paghette dei genitori. Tuttavia, le sale giochi furono un buon affare per chi le apriva solo per un breve periodo di tempo. Infatti, negli stessi anni cominciarono ad apparire sul mercato i primi home computer (Commodore 64, MSX, Atari e Spectrum, per citare i più diffusi) le cui capacità grafiche e sonore erano sufficienti a riprodurre abbastanza fedelmente i videogiochi da bar dell'epoca e con un investimento iniziale non troppo oneroso, anche perchè i prezzi calarono rapidamente con l'aumentare della diffusione, i piccoli home computer soppiantarono rapidamente le sale giochi, che comunque svuotavano le tasche dei ragazzi. I produttori di videogame da bar cercarono di correre ai ripari producendo giochi dalla grafica spettacolare che giravano su laser disc, ma pur essendo veri e propri cartoni animati, l'interattività con il giocatore era spesso limitata a dover scegliere una direzione in cui muoversi e nulla più... il risultato fu un fallimento clamoroso. Così, dopo pochi anni, così come erano apparse, le sale giochi iniziarono a sparire una dopo l'altra. Non male per i genitori che finanziavano i loro figli per farli giocare, ma la loro chiusura comunque fu anche la fine di luoghi di aggregazione in cui ci si ritrovava. |
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